lunedì 3 ottobre 2011

Trasloco al QTH provvisorio

Cambiare abitazione, che normalmente è già da se stesso un evento impegnativo sia fisicamente che intellettivamente, diventa più pesante per quei Radioamatori che, come me, vivono l'attività Radio come il momento principe in cui ci si ritrova per quello che si è.
Quando poi la disposizione del nuovo alloggio non rende immediata la progettazione di un minimo di attrezzatura, la cosa diventa ancora più pesante, e a volte ti chiedi se ci sarà ancora modo di realizzare qualcosa per cui vale perdere un po' di quel tempo, che già da un po' è diventato pochissimo.


Arrivata la fine di Settembre, è giunto il momento di lasciare il residence a via Gallucci, nel quale abbiamo abitato fin dai primi giorni del trasferimento a Modena.
Quella prima sistemazione ha limitato, fin dal primo giorno, le aspettative di poter operare da casa. L'appartamento, al secondo piano di un palazzo di 2 o più secoli nel centro storico, si trovava al secondo piano, completamente coperto dai palazzi vicini e senza alcun accesso ai livelli di copertura.
Nessuna velleità, sia pure di ricevere solamente, era data per lecita.
In questi primi mesi, però, avevo dato la cosa per inevitabile, accettando che la prima fase del trasferimento a Modena comportasse una riduzione delle attività alla sola parte informatica (tipo JLogBook o l'interfacciamento di gHPSDR con la USRP). Avrei in realtà potuto anche fare qualche attivazione DCI, ma il periodo estivo e i frequenti viaggi mi hanno sempre scoraggiato.

Nel frattempo abbiamo trovato un nuovo appartamento in affitto, in via Enrico Morselli. Lì per lì non mi era sembrato male: quarto piano, con studio, un balcone e soprattutto sufficiente spazio per noi tutti ... e per quel po' di strumentazione che ho portato da Roma.
Ci siamo trasferiti in questo appartamento dal 30 settembre. Come tutti i cambi casa, è stata un lavoro abbastanza faticoso che ha preso interamente le ultime tre settimane, se consideriamo che nei giorni feriali sono full-time all'ufficio e che dovevamo farlo con le bambine di 6 e 2 anni, che di certo non aiutano.

Oggi finalmente mi sembra di aver finito il trasferimento in via Morselli diciamo al 90%. C'è ancora qualche scatola in giro, le cose non stanno davvero nei loro posti definitivi, ma diciamo che possiamo muoverci per casa abbastanza agevolmente.
Ed ora comincio a guardarmi intorno, e fuori del balcone, per capire dove sono anadato a finire dal punto di vista radiantistico.

Di buono (anzi di ottimo) c'è questa cameretta, adibita a studio, dove ho potuto trovare lo spazio per tutte le apparecchiature che finora sono riuscito a portare.
Il problema principale è l'accesso allo spazio aperto.
L'unico balcone balcone guarda ad Est e non è molto grande: poco più di 5 metri e mezzo, affacciato da altri palazzine, pure di cinque piani. Per cui, c'è una fetta di cielo ma niente orizzonte. Il resto delle finestre guarda a Sud, ma ci sono palazzine anche di lì.
Pensare ad una piccola antenna da balcone richiederebbe la sicurezza che irradiare verso gli appartamenti di fronte non provochi interferenze. Al massimo posso mettere un'antennina su base magnetica per i 2 metri...
L'attività satellitare sarebbe sicuramente di minore impatto, ma la fetta di cielo disponibile dal balcone è un po' esigua.

Per quel che riguarda i livelli di copertura, la palazzina è coperta principalmente da tetto spiovente che copre una serie di solai sopra al quinto piano a cui si accede dalla scala principale.
I solai sono privi di aperture
Rimane un area terrazzo, utilizzata per stendere o per accedere al locale macchine, che resta l'unica possibilità per accedere allo spazio aperto a 360°.
La possibilità di utilizzare questo terrazzino dipende soprattutto dalla possibilità di fare arrivare un cavo d'antenna senza dare impatto visivo sulla facciata. Al momento non sono sicuro si possa fare, però.

In definitiva, il nuovo QTH provvisorio non si presenta di facile utilizzo per l'attività on-air.
Tuttavia, la molteplicità di applicazioni della sperimentazione Radio unita alla voglia di sperimentazion continua dovrebbe suggerire un paio di appocci per affrontare questi problemi:
- Dedicarsi quanto più possibile ad attività on-field (attivazioni, contest on-field, attività associative...).
- Prendere i limti di questo appartamento come una sfida, escogitare la migliore soluzione e poi sperimentarla e farne esperienza.

Il bello di questa attività è la passione che ci sta dietro, che ha volte, può fare miracoli...

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